Luk/Osservatorio

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue
15 Settembre 2019
21:00

Cupula Circus Village Festival
info biglietteria

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

  Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e  blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue
28 Agosto 2019
21:00

Todi Festival
info biglietteria

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

  Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e  blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue
06 Luglio 2019
22:00

Artescena / XIII edizione
info biglietteria

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

  Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e  blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

CIRKO VERTIGO – OUT/IN

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CIRKO VERTIGO
29 Giugno 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero unico 8,00€
info biglietteria

Il debutto di sette progetti di creazione personali, esito di un percorso di ricerca artistica diretto da Caterina Mochi Sismondi, di altrettanti allievi del Terzo Anno di formazione continua presso l’Accademia di circo contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo.

Un’immersione nella varietà delle tecniche circensi – corda, roue cyr, giocoleria, tessuti, trapezio e danza – corredata da un visual creato ad hoc che mostra allo spettatore il “dietro le quinte” della creazione circense: i momenti di backstage, le cadute e le “risalite”, la fatica del corpo e quella della mente, la voglia di superare i proprio limiti e la soddisfazione nel riuscirci.

Hipocresía di Arianna Possidoni è una performance di corda aerea, giocoleria e acrodanza sulla responsabilità di assumere conflitti interiori. La risalita e lo sfinimento si sperimentano tra lanci casuali e lanci in perfetto allineamento con le azioni; dalle corde musicali, dalle corde vocali alle corde acrobatiche, dal corpo in movimento allo strumento corpo, dall’oggetto al suono, Justine Delolme alle corde liscie e danza, ed Elena Mélody al piano voce loop, in Làtemps… mostrano traiettorie che sembrano più comuni di quanto riteniamo; Irrequietezza di Matteo Ruzzu si ispira invece all’opera I cerchi nel cerchio di Kandinsky per parlare di una sensazione che si muove dentro di noi come quei 25 cerchi si muovono all’interno dell’ingranaggio. E ancora: Chi sono IO? di Vicente Andres Quiroz Briceno ai tessuti e trapezio dance è una performance che narra la lotta tra mente e corpo.

Attraverso il movimento sul tessuto la mente fugge verso un altro luogo, evade da se stessa… non si può fuggire per sempre però, ma si può cogliere l’attimo, un istante a volte anche solo estraniandosi dal tutto, elevandosi, cercando nuovi orizzonti, nuovi punti di vista. Il Mare di Federico Ceragioli rievoca il moto continuo, perpetuo e dissonante della marea. Il suo canto che può cullare o scatenare immense paure. Il suono delle sue onde, con un ritmo sempre uguale eppure unico e diverso. Le sue forme curve e increspate che si infrangono quasi per distruggere volontariamente quella meraviglia che solo per pochi istanti è stato possibile ammirare. Infine Paranoia è il titolo della performance di José Mallol Pepe Chocomeli sulla paura di ciò che è comunemente considerato “anormale”.

 

PRIMA NAZIONALE
con gli artisti
Vicente Andres Quiroz Briceno, Federico Ceragioli, José Mallol Pepe Chocomeli, Justine Delolme, Elena Mélody, Arianna Possidoni, Matteo Ruzzu
accompagnamento alla creazione Caterina Mochi Sismondi
accompagnamento alle tecniche di circo e movimento Arian Miluka, Silvia Francioni, Daniela Paci
immagini video Stefano Rogliatti

durata 100'

STARDUST – GALA DI ARTISTI INTERNAZIONALI

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GALA DI ARTISTI INTERNAZIONALI
26 > 27 Luglio 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero 12,00€
ingresso ridotto 10,00€ // convenzionati
8,00€ under14 e file laterali della platea
info biglietteria

Provengono da Russia, Brasile, Norvegia, Germania, Italia e Giappone i giovani artisti della scena mondiale, per la prima volta in anteprima sul palco del Teatro Le Serre di Grugliasco.

Selezionati dal direttore artistico del Festival Paolo Stratta che, attraverso i principali festival del settore internazionale, ha potuto portare in Piemonte le gemme internazionali della giovane creatività, si esibiscono ciascuno in un numero che condensa il meglio delle discipline circensi in cui sono specializzati: Diego Salles porta sul palcoscenico “GENÈSE”, una performance di tessuti aerei; Mikail Karahan si esibisce in “iT SOCKS!” alla Roue Cyr; Miyoko Shida Rigolo con “Sanddorn Balance”, performance di equilibrio; Alexey Ishmaev e Pavel Mayer con “The Same”, entrambi alle cinghie aeree; Delia Ceruti con “Flipping Serious”, performance di capillare e “Māyā”, performance di corda aerea; Elisa Mutto con “Myself” al cerchio aereo; Julian Saether con “Voices”, performance di giocoleria e Alexander Duarte con “Tenome” al trapezio dance.

Una serata, condotta dallo humour corrosivo dei “Lucchettino”, la coppia più eccentrica della comicità italiana. Il duo, formato da Luca Regina e Tino Fimiani, due maghi illusionisti di riconosciuto talento, la cui arte affonda le proprie radici soprattutto nella tradizione clownesca, nel mondo del circo e nella commedia dell’arte e si rifà alla scuola dei clown non parlati come Jacques Tati, Mr Bean e Jango Edwards, nasce del 1993 per un fortuito incontro in un negozio di magia. E da allora i Lucchettino si sono esibiti nei più prestigiosi festival di arte di strada nelle piazze di tutta Europa. Negli anni hanno perfezionano la loro arte, frequentando la celebre Scuola di Circo di Stato di Mosca e la stimata Scuola di teatro fisico di Philip Radice a Torino. Nel 2003 il grande clown Jango Edwards, guardando un loro spettacolo, si innamora di loro e decide di dirigerli in CATZ, spettacolo di grande successo internazionale. Mentre Arturo Brachetti li vuole con lui nel cast di Magiko (2012) e in Brachetti che sorpresa! (2015-2016). Dal 2013 al 2015 partecipano allo show Magik Comedy Cho, che sbanca il botteghino in Canada, Francia, Belgio e Svizzera con più di 300 repliche. Numerosi sono i premi e riconoscimenti che costellano la loro carriera: il Premio Comunque anomali (2000) e il Premio MartinaFranca. Nel 2016 ricevono a Parigi anche il prestigioso Mandrake d’Or, condividendo questo onore con maghi del calibro di Copperfield, Siegfried e Roy, Gerard Majax e Brachetti.

 

PRIMA NAZIONALE
Diego Salles
con GENÈSE – performance di tessuti aerei
Mikail Karahan con iT SOCKS!- performance di Roue Cyr
Miyoko Shida Rigolo con Sanddorn Balance- performance di equilibrio
Alexey Ishmaev e Pavel Mayer con The Same -performance di cinghie aeree
Delia Ceruti con Flipping Serious performance di capillare e Māyā performance di corda aerea
Elisa Mutto con Myself -performance di cerchio aereo
Luca Regina e Tino Fimiani Luchettino presentatori
Julian Saether con Voices -performance di giocoleria
Alexander Duarte con Tenome – performance di trapezio dance

durata 100'

Cia Nueveuno – Sinergia 3.0

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Cia Nueveuno
25 Luglio 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero 10,00€
ingresso ridotto 8,00€ // convenzionati e under14
info biglietteria

Dal greco συνεργία, il nome dello spettacolo porta nel proprio DNA il concetto di cooperazione: azione di diverse cause il cui effetto è maggiore della somma dei singoli effetti. Sinergia 3.0 è uno spettacolo di circo contemporaneo che combina coreograficamente tecniche di giocoleria, manipolazione di oggetti, verticali e danza, con grande plasticità geometrica e sensibilità armonica.

Musica, scenografia, illuminazione ed emozioni si evolvono coerenti durante lo spettacolo. Dal legno al metallo, dal suono acustico a quello elettronico, dalla semplicità alla complessità, dall’individualità alla coesione… per trovare la Sinergia.

L’adattamento del singolo ed i conflitti personali nella società individualista in cui viviamo sono le tematiche alla base della narrazione; grazie ad un approccio concettuale, lo spettacolo Sinergìa 3.0 suggerisce al pubblico un’interpretazione libera e vuole stimolare una riflessione altrettanto libera sul contemporaneo.

La drammaturgia si basa sul piano visivo e su quello emozionale, nei quali i personaggi si evolvono nel processo di integrazione e interazione con il gruppo. La scenografia di Sinergìa 3.0 è continuamente creata, modificata e re-interpretata durante lo spettacolo per creare diverse strutture e minuziose coreografie di movimento.

La colonna sonora è stata composta espressamente per lo spettacolo e si dipana nel tempo in sintonia con l’evoluzione degli elementi, i personaggi, le situazioni e gli stati d’animo.

Compagnia Nueveuno è composta da quattro artisti: Isaac Posac, Miguel Frutos, Josu Montón e Jorge Silvestre, che la fondano nel 2014 ed è frutto di quattro anni di esperienza dei fondatori nella compagnia internazionale di Gandini Juggling dove Jorge dirige e coreografa numeri di giocoleria a partire dal 2009. Nueveuno è il termine con cui i fondatori parlano di squadra, mentre “sinergìa” è un’altro modo di chiamare il processo di elaborazione.

Idea originale e regia Jorge Silvestre
interpreti Isaac Posac, Miguel Frutos, Josu Montón e Jorge Silvestre
coreografia Iris Muñoz
lavoro di marionette e performance Fernando Barta
composizione musicale Vaz Oliver
scenografia Alfonso Reverón
progetto illuminotecnico Carlos Marcos
società di produzione Compañía Nueveuno

La partecipazione al festival della compagnia è resa possibile grazie al programma della società spagnola Acción Cultural Española (AC/E) per l’Internazionalizzazione della cultura spagnola (PICE)

durata 60'

Ino Kollektiv – INO

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Ino Kollektiv
23 > 24 Luglio 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero unico 8,00€
info biglietteria

INO Kollektiv è una compagnia circense femminile nata nel 2017 con all’attivo due spettacoli: La Marelle, spettacolo di circo-letteratura e INO, spettacolo di abbigliamento femminile in via di creazione.
Ino Kollektiv sono  sette donne di sei diverse nazionalità, che parlano sei lingue diverse e ognuna di esse ha il proprio universo personale. L’unione di queste differenze crea una visione del mondo complessa e stratificata, che è matrice ed elemento propulsore delle creazioni artistiche della compagnia.
La performance INO, infatti, nasce dalle riflessione sul peso “percepito” delle donne e dalle donne nella società in confronto al peso “reale” dei corpi delle stesse. Sette donne, non pesano poi tanto, che cosa succederebbe se le impilassimo?
A partire da questa provocazione lo spettacolo porta in scena metaforicamente il genere femminile nella sua pluralità e complessità. INO sono le donne, rivestite da strati di convenzioni sociali che ingombrano e impediscono il movimento.
Allora si afferrano per i vestiti, si tirano, si svestono. E si rendono così conto, ben presto, che sono più pesanti le convenzioni sociali che portare il peso l’uno dell’altra.

 

di e con Alba Ramio Guell, Noemie Olphand, Eva Luna Frattini, Lavinia Gilardoni, Rebecca Vereijken, Clara Peters e Chloe Lacire
sguardo esterno Quim Giron e Alba Sarraute

durata 45'

Cia Soralino – INBOX

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Cia Soralino
19 > 20 Luglio 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero unico 8,00€
info biglietteria

«Caio Sorana e Clément Malin fanno e disfanno i loro cartoni,
li impilano, giocano all’equilibrio e al disequilibrio.
Traslocatori dell’assurdo e magazzinieri dell’inutile,
raggiungono l’acme nell’arte di convincervi che mai,
l’oggetto dominerà l’uomo» (Paris Quartier d’Eté)

Soralino nasce dall’incontro tra un giocoliere e un equilibrista, Caio Sorana e Clément Malin, che si incontrano a Parigi all’Accademia Fratellini dove nel 2015 decidono di fondare la compagnia, che ha oggi all’attivo tre creazioni presentate circa 200 volte in 10 paesi. Il lavoro della compagnia mira a portare la strada in teatro e il silenzio del teatro in strada.

Il loro duo, sempre intimo e sempre buffo, vede nell’impegno davanti al rischio e all’equilibrio le fondamenta del proprio circo, credendo nella semplicità per far emergere la complessità e l’assurdità del lavoro circense. INBOX, prima creazione della compagnia e vincitore del festival “Ici et Demain” 2015, Parigi e della medaglia di Bronzo al 40° festival del Cirque de Demain 2019, è una trasposizione artistica e “domestica” del mito di Sisifo dove due personaggi in impermeabile, e vestiti con abiti fuori misura, giocano con dei cartoni, lanciandoli e impilandoli sul bordo della catastrofe. Ad oggi è stato presentato 130 volte in Francia, Italia, Spagna, Belgio, Polonia, Svezia, India, Libano, Palestina e Olanda.

Caio Sorana italo-brasiliano, incontra la giocoleria all’età di 15 anni, dopo aver sperimentato vari oggetti scopre le clave, oggetto principale della sua ricerca. Utilizza il corpo come base creativa e l’oggetto come una penna per la scrittura coreografica. Ricerca la fluidità, la sospensione nel suo rapporto al ritmo. Clément Malin è specialista in acrobazie su scala, sua partner privilegiata. Nato da una famiglia di marionettisti, Clément scopre le arti vive in culla. Autodidatta per vari anni si laurea in scienze motorie e entra a l’Académie Fratellini nel 2012 con il fine di allargare il proprio vocabolario artistico. Il suo lavoro sposa l’energia dell’arte di strada, del tendone e si nutre di una pratica teatrale, musicale e corporale.

 

concezione e interpretazione Clément Malin, Caio Sorana
costumi e marionette Mylie Maury Marionnettes Musée Itinérant des Marionnettes du Monde
complice artistica Françoise Lepoix
produzione Soralino
con il sostegno di l’écolieu Jeanot, La Fabrique Affamée, Pogo productions, Musée Itinérant des Marionnettes du Monde.

durata 45'

IC3 Collective – KID

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IC3 Collective
16 > 17 Luglio 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero 12,00€
ingresso ridotto 10,00€ // convenzionati
8,00€ under14 e file laterali della platea
info biglietteria

Essere ragazzi è considerata una transizione tra un punto di partenza e un punto di arrivo.
Ma se quei punti fossero la nostra destinazione e non un semplice passaggio?

Questa è la domanda che sottende a KID, lavoro creativo di IC3 Collective che indaga il passaggio all’età adulta, immergendosi in profondità nell’umanità degli undici artisti di circo in scena. Il lavoro impiega la loro energia per restituirci un circo semplice che diventa drammaturgia. KID come la vita è un continuo passaggio in cui ci troviamo sempre in disequilibrio tra differenti stati d’animo e noi in questo disequilibrio decidiamo di lasciarci andare e danzare.

 

PRIMA NAZIONALE
regia Francesco Sgrò
interpreti Jonas Alich, Xenia Bannuscher, Will Blenkin, Elena Damasio, Sirio Fernadez, Jessica Hellmuth, Ales Hrdlicka, Christopher Mcauley, Betka Ticha, Saana Tolonen, Dries Vanwalle
scenografia Elli Skourogianni
produzione IC3 Collective, Rotterdam

durata 70'

Roztoc + Feel the Universe Circus company – BRECO

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Roztoc + Feel the Universe Circus company
15 > 18 Luglio 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero unico 8,00€
info biglietteria

Ispirato dalla parola “breco”, che in esperanto che significa “spazio in mezzo” e che nello spettacolo viene adattata a quello spazio tra cielo e terra, che è poi anche lo stesso spazio in cui l’essere umano esiste, lo spettacolo, attraverso la poesia e l’umorismo, trasmette il messaggio del lavoro collettivo.
Un procedere a volte faticoso, ma che consente di raggiungere il cielo, e, di conseguenza, di mutare prospettiva.

Lo spettacolo trae ispirazione dal mito della Torre di Babele secondo cui, in un tempo antico, gli uomini decisero di costruire una torre che sarebbe salita fino al cielo, ma Dio, vedendo che essi cercavano di raggiungere la perfezione e compararsi a Lui, la distrusse, confondendo i linguaggi degli uomini.

Questo mito si traduce sul palcoscenico con il fatto che i sette performer, pur parlando lingue diverse, riescono a comprendersi attraverso il linguaggio universale del movimento.

La performance tratta il tema della lotta tra individui, inevitabile se non arginata attraverso il lavoro collettivo, il solo che può avvicinare l’uomo al cielo e consentirgli di restare unito, modellato in un unico corpo sociale, come l’argilla.

BRECO si sviluppa attraverso le sette menti degli artisti che, come l’umanità cerca di fare da millenni, vogliono raggiungere tutti insieme il vertice e allo stesso tempo si scontrano con le loro differenze culturali e ideologiche.

Feel The Universe è una compagnia circense internazionale con sede a Praga, nata nel 2016 e costituita da artisti che si sono incontrati come studenti di accademie di teatro e circo in tutto il mondo. L’obiettivo artistico della compagnia è creare un collettivo di esseri umani creativi con un background di teatro, circo, danza, musica e arte grafica.   I FONDATORI Alžběta (Betka) Tichá ha iniziato come ballerina contemporanea e giocoliera. Ha studiato al conservatorio di danza Duncen Centre di Praga. Ha fatto parte di due gruppi che si esibiscono nella Repubblica Ceca: Compagnia di giocoleria “Mix Trix” e compagnia di veicoli “Žebřiňák”. Nel 2015-2016 ha partecipato allo spettacolo “Hansel und Gretel” nell’opera statale ceca diretta da Matěj Forman. È co-fondatore della “Feel the Universe Circus Company” con sede a Praga. La sua specializzazione principale nel circo è la corda verticale che combina con la danza e il teatro fisico. Jan Jirák inizia la carriera specializzandosi in Break Dance. Da sempre molto affascinato dalla combinazione di trucchi acrobatici e danza, ha maturato poi la necessità di esprimere la propria prospettiva artistica, così si è iscritto al corso di teatro a Praga, dove ha impiegato le sue capacità di danza come strumento per creare concetti significativi. Questa esperienza l’ha portato all’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Praga dove ha studiato teatro fisico e mimo. Nel 2015 si è laureato per tre anni presso la Danish Academy Of Modern Circus di Copenhagen, dove si è specializzato in Hand Balancing e Washington Trapeze.

regia Cecile da Costa
interpreti Jonas Alich, Xenia Bannuscher, Elena Damasio, Jan Jirak, Betka Ticha, Saana Tolonen, Dries Vanwalle
produzione Roztoc + Feel the Universe Circus company

durata 35'