PEER GYNT – CONSERVATORIO CANTELLI

PEER GYNT – CONSERVATORIO CANTELLI

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07 Maggio 2016
21.00

ECCENTRIKA START Chapiteau Vertigo, Grugliasco Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31
info biglietteria

Ensemble di Fiati dell’ISSM “Conservatorio Guido Cantelli” di Novara
Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare

dal poema drammatico di Henrik Ibsen
Suite op. 46 e op. 55 di
Edvard Grieg

Elaborazione e trascrizione per fiati di Giuseppe Gregori
Drammaturgia di Alfonso Cipolla
Giovanni Moretti Voce recitante

Tutto nasce nell’antro del Re della montagna. Peer Gynt, giovane ladro di storie, giunge al bivio della propria esistenza. O sceglierà di “essere se stesso” e quindi di diventare uomo responsabile, oppure deciderà di “badare a se stesso”, imbestialendosi al pari di un troll, nell’anima se non nell’aspetto. Quale via l’attende? Una non scelta. Perché Peer Gynt, che vola nell’immaginazione a cavallo di renne favolose, sa vivere solo di apparenza e spensieratezza.

Per questo capolavoro di Henrik Ibsen, difficilmente rappresentabile data la sua monumentale architettura fantastica, Edvard Grieg compose nel 1874 le musiche di scena, poi rielaborate nelle due celeberrime suite che qui si presentano nella versione per Ensemble di fiati, accompagnate dalla voce recitante di Giovanni Moretti.

Programma:

Suite op. 46
Il mattino
La morte di Åse
La danza di Anitra
Nell’antro del re della montagna

 Suite op. 55
Lamento di Ingrid
Danza araba
Il ritorno a casa di Peer Gynt
Canzone di Solveig

[:en]

[:fr]

Ilaria Introini – ottavino
Michele Pignolo, Ilaria Torricelli, Alisa Veliu – flauti
Sergio Cuffaro, Kingsley Mandrino – oboi
Chiara Palenzona – corno inglese
Anthony Marotta, Vittoria Ecclesia, Daniele D’Ambra, Agnese Berzero – clarinetti
Consuelo Luiza – clarinetto basso
Sofia Colliard, Giangiacomo Sala – fagotti
Gianmarco Canato – controfagotto
Giuseppe Gregori, direttore

[:en]

Ilaria Introini – ottavino
Michele Pignolo, Ilaria Torricelli, Alisa Veliu – flauti
Sergio Cuffaro, Kingsley Mandrino – oboi
Chiara Palenzona – corno inglese
Anthony Marotta, Vittoria Ecclesia, Daniele D’Ambra, Agnese Berzero – clarinetti
Consuelo Luiza – clarinetto basso
Sofia Colliard, Giangiacomo Sala – fagotti
Gianmarco Canato – controfagotto
Giuseppe Gregori, direttore

[:fr]

Ilaria Introini – ottavino
Michele Pignolo, Ilaria Torricelli, Alisa Veliu – flauti
Sergio Cuffaro, Kingsley Mandrino – oboi
Chiara Palenzona – corno inglese
Anthony Marotta, Vittoria Ecclesia, Daniele D’Ambra, Agnese Berzero – clarinetti
Consuelo Luiza – clarinetto basso
Sofia Colliard, Giangiacomo Sala – fagotti
Gianmarco Canato – controfagotto
Giuseppe Gregori, direttore

CLARA STORTI E FILIPPO MALERBA

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Clara Storti

Dopo aver praticato ginnastica artistica, all’età di sedici anni intraprende un percorso di formazione circense. Si specializza nell’acrobatica aerea seguendo stage intensivi in Italia e all’estero con Elodie Donaque, Roman Fedin, Leo Hedman, Ana Perez De Manuel, Stevie Boyd e presso l’ Ecole de cinque Les Noctambules  di Parigi e l’Espace Catastrophe di Bruxelles. Partecipa a seminari di approfondimento sull’”Attore di circo” con Roberto Magro, teatro danza con Cristina Morganti e Ambra Senatore, tecnica Gaga con Idan Sharabi e Erez Zohar, e sull’“Autorialità dell’attore” condotto da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Nel 2008 crea la compagnia Circontact e inizia una collaborazione con l’attore e regista Marco Silvestri. Nel 2011 co-fonda l’Associazione Quattrox4, costruendo uno spazio di divulgazione del circo contemporaneo a Milano. Lavora tra gli altri con Dario Fo, Arturo Brachetti, Massimo Navone, Angelo Pisani e Civilleri/Lo Sicco. Insegna presso il Laboratorio Quattrox4 e la Piccola Scuola di Circo, collabora con l’Accademia Kataklò come docente di attrezzi aerei. Parallelamente si forma come scenografa a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Filippo Malerba

All’età di 11 anni diventa alunno della Piccola Scuola di Circo di Milano. Crescendo si specializza negli attrezzi aerei e in particolare predilige la corda aerea, frequentando seminari con Roman Fendin, Terry Crane, Ana Perez De Manuel, Stevie Boyd, Leo Hedman. Viene selezionato per uno stage intensivo all’Ecole Nationale De Cirque di Montreal. Molto influenti nel suo percorso  risultano gli incontri con Roberto Magro ed Elodie Donaque che lo indirizzano nell’ambito della sperimentazione circense. Nel 2010 aderisce a un progetto dell’Unione Europea, che lo porta due mesi in tournée in Germania. Dal 2011 partecipa agli spettacoli “Solomon”, “Burn”,“QuiXote” e “Fellini”, diretti da Firenza Guidi. Si avvicina al mondo della danza frequentando dei laboratori condotti dalla Compagnia Nut e Les Slovacks. Nell’inverno 2013 inizia un progetto di ricerca personale guidato da Firenza Guidi dal titolo “You and Your Army”. Nel 2011 co-fonda l’Associazione Quattrox4. Insegna regolarmente discipline aree. Parallelamente si laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Pavia, con una tesi dal titolo “Il ruolo della regia nelle declinazioni del Nuovo Circo”.

Il Progetto

PIANI IN BILICO

Lo spettacolo PIANI IN BILICO nasce dal desiderio di Clara Storti e Filippo Malerba di portare avanti una ricerca sulla condizione del proprio corpo in sospensione. Partendo da una solida preparazione circense, l’intento del progetto è di esplorare lo spazio aereo, intenso come spazio abitabile e accogliente. Come coinquilini, i due performer/personaggi, condividono luoghi e abitudini quotidiane, in uno spazio che si costruisce su fragili coordinate, architettoniche e relazionali, in continuo mutamento.

La scena è costituita da una composizione di corde aeree, che caratterizzano l’intero spettacolo e ne determinano lo sviluppo. La casa è il tema fondante: la ricerca di uno spazio da riconoscere e in cui riconoscersi. Si attraversano tante case: si costruisce, si sosta, si abbandona per poi rimettersi in cerca. I luoghi con le loro caratteristiche strutturali condizionano il percorso e la relazione tra i due performer. Cosa significa condividere uno spazio? Cosa succede quando ci si sente troppo stretti? Come si può decidere dove stare se non si vuole rinunciare a nulla?

Linee di sviluppo

Nella fase creativa dello spettacolo la massima attenzione è posta nell’approfondire la ricerca delle qualità di movimento degli interpreti in relazione all’attrezzo circense (corda aerea), indagandone così nuove dimensioni espressive e sceniche volte allo sviluppo di una drammaturgia narrativa

Per entrare sempre più a fondo nella ricerca, i due performer stanno lavorando con Lara Guidetti, coreografa e danzatrice della compagnia Sanpapié, per quanto riguarda la partitura fisica e la drammaturgia. Professionisti circensi verranno coinvolti come occhi esterni per approfondire la ricerca con l’attrezzo, in tutte le sue potenzialità.

 

Produzione
ASDC Quattrox4_Laboratorio di circo  

Nata nel 2011 l’ASDC Quattrox4 ha come obiettivo la pratica e la diffusione del circo a Milano, secondo tre direttrici principali: l’attività ludico-educativa e sportiva, i progetti sociali e la divulgazione del circo contemporaneo come forma di spettacolo. Il programma delle attività comprende corsi amatoriali per bambini e adulti, progetti di circo nelle scuole elementari di quartiere e un calendario di seminari di approfondimento tecnico, tenuti da professionisti provenienti da tutta Europa. Oltre alla parte di formazione si da spazio a residenze artistiche e a una stagione di spettacoli e incontri, che contribuiscono a incrementare il pubblico e gli amanti di questo nuovo linguaggio scenico. In una dimensione di contaminazione delle arti sceniche, l’Associazione ha avviato una collaborazione con la compagnia teatrale Civilleri/Lo Sicco e ha preso parte a progetti di messa in scena collettiva presso il Teatro Era di Pontedera e il Piccolo Teatro di Milano.
www.quattrox4.com

 

Partner

Compagnia Sanpapié_dance and physical theatre
www.sanpapie.com

Compagnia in residenza artistica presso la Casa del Circo Contemporaneo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale 2015/2017 in attuazione dell’art. 45 del D.M. 1 luglio 2014

Sede di residenza

Casa del Circo Contemporaneo
Parco Culturale Le Serre

DAVID & TOMAS

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David Diez Mendez e Tomas Vaclavek sono due artisti che appartengono al Kolektiv Lapso Cirk, un gruppo di artisti multidisciplinari provenienti da Francia, Italia, Slovacchia e Spagna. Specializzati in bilanciamento e nella manipolazione dei più svariati oggetti, soprattutto quelli di uso quotidiano, entrambi amano lo strano senso di eccitazione che provano mentre sfidano la fiducia e i limiti reciproci sulla scena.

Il progetto

OVVIO è una creazione in cui la sfida a superare un livello crescente di difficoltà diventa un gioco a due pieno di imprevisti. David e Tomas sono impegnati a testare i propri limiti a vicenda, in un rilancio continuo e coinvolgente teso alla ricerca, conquista o perdita dell’equilibrio. Le superfici comuni sono sempre diverse, mentre il gioco diventa sempre più complicato e rischioso. Il palco diventa il terreno in cui si gioca con la sola forza della gravità e si attivano tutte le possibili abilità per vincerla, anche solo per un attimo, e poter andare oltre. La fiducia e l’intesa reciproca aumentano, così come il gradiente di complessità delle azioni, in un crescendo di situazioni pericolose ma anche estremamente divertenti.

www.LapsoCirk.com

Compagnia in residenza artistica presso la Casa del Circo Contemporaneo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale 2015/2017 in attuazione dell’art. 45 del D.M. 1 luglio 2014

Sede della residenza

Casa del Circo
Parco Culturale Le Serre

VERONICA CAPOZZOLI

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Veronica è artista di circo – verticalista e acrobata al palo cinese – e attrice e regista teatrale. Ossessionata dalla verticalità e dalla geometria, cerca costantemente un equilibrio tra le sue nevrosi quotidiane, trovandolo nella maggior parte dei casi con la testa in giù, e quanto più in alto possibile.

Si diploma alla Scuola di Cirko Vertigo e sta terminando la Formazione Artistica a Arc en Cirque, in Francia. Diplomata in Commedia dell’Arte presso la Scuola di Teatro Louis Jouvet, fonda e dirige la Compagnia Respirale Teatro e, nel 2015 crea con David, Tomas, Celine e Carla il Kolektiv Lapso Cirk.

Il progetto

11 – Il Tempo è una linea verticale

11 è due volte 1.
È la conferma inevitabile della singolarità, dell’unità, della solitudine.
11 è divisibile solamente per se stesso.
Difende il suo spirito anarchico davanti all’egemonia del 10, è orgoglioso e testardo, è il numero del sodio: porta dentro l’essenza del ferro e del fuoco.
Lei è una, singolare, sola.
Lei vive nell’architettura verticale della sua testa, in una geometria di ferro e legno, di linee verticali che vanno verso il cielo.
Lei è orgogliosa e disperata.
Lei è divisibile solamente per se stessa.
Il progetto 11 nasce dall’urgenza di indagare la solitudine nel suo essere stato, sentimento, condizione, accidente.
Il motore del progetto si nutre di interrogativi sull’uno, sulla possibilità reale dell’unità, sulla sua tragicità, sulla sua consistenza. Sul tempo che abita la solitudine.
Nella messa in scena, la ricerca getta le basi sull’idea di pienezza dello spazio e la solitudine di un corpo che lo abita, sulla moltitudine della materia che lo modella e lo satura a confronto con l’umanità di una donna.
I linguaggi artistici, che si compenetrano, più che raccontare agiscono con la materia e lo spazio.
La scena si presenta come ambiente surrealista, nel quale gli attrezzi circensi e i pochi oggetti sono geometria parlante e in costante trasformazione.

Calendario

3 aprile – Presentazione studio 20 minuti Rassegna Scena Aperta, Teatro San Prospero, Reggio Emilia, Italia
11 / 22 aprile – Residenza di Creazione Escuela de Circo de Valladolid, Spagna
17 aprile – Exit di Residenza/Anteprima spagnola, Dias de Circo, Valladolid, Spagna
11/15 maggio –  Presentazione studio 20 minuti Torino Fringe Festival
13/18 giugno – Presentazione estratto 15 minuti Festival Cirq’ule, Chambéry, Francia
25-26 giugno – Modica Festival, Italia
18 luglio – Presentazione studio 25 minuti/anteprima italiana Festival Internazionale Sul Filo del Circo, Chapiteau Vertigo, Grugliasco, Italia

http://lapsocirk.com

Compagnia in residenza artistica presso la Casa del Circo Contemporaneo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale 2015/2017 in attuazione dell’art. 45 del D.M. 1 luglio 2014

Sede della Residenza

Casa del Circo
Parco Culturale Le Serre

DAVIDE BALDASSARRI

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Nato nelle Marche, all’età di 22 anni ha un colpo di fulmine con la giocoleria.
Decide così di lasciare tutto per emigrare a Torino una delle città più attive in Italia sotto questo aspetto. Inizia così a frequentare dei corsi di giocoleria e teatro fisico facendo le sue prime esibizioni nelle piazze torinesi.
La sua più grande palestra però è stata la strada, un luogo insolito dove fare spettacolo, che gli permette di sviluppare la capacità di stare a stretto contatto con il pubblico e di creare performance che mantengano alta l’attenzione.
Dopo qualche anno decide di allargare il suo repertorio artistico riuscendo ad entrare e a diplomarsi alla Scuola di Cirko Vertigo di Grugliasco dove oltre ad imparare nuove tecniche circensi, ha la possibilità di dare spazio alla sua creatività venendo seguito da professionisti dello spettacolo.

Il Progetto
Davide Baldassarri è un artista tecnicamente molto versatile, ma due sono le principali influenze che caratterizzano l’anima delle sue creazioni: la strada e il clown.
La sua volontà è quella di far in modo che le sue creazioni possano arrivare ad un pubblico più ampio ed eterogeneo possibile come vuole la strada, ma in una forma leggera come insegna il clown.
Per far ciò metterà a disposizione tutte le tecniche sviluppate in questi anni: giocoleria (cappelli, clave, contact), manipolazione di oggetti, clown, equilibrismo e bolle di sapone.
La consulenza artistica di questo progetto sarà svolta da Joanna Bassi ed Eric Angelier.

www.davidebaldassarri.it

Compagnia in residenza artistica presso la Casa del Circo Contemporaneo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale 2015/2017 in attuazione dell’art. 45 del D.M. 1 luglio 2014

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Sede della Residenza

Casa del Circo
Parco Culturale Le Serre

16/04. Una serata in omaggio a Sergio Martin

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Sergio Martin: “Amo stare con chi non ha voce cercando di potergli passare un megafono”

Il protagonista di questa storia è Sergio Martin. Professione organizzatore. Vocazione teatro comico. Sarà lui l’ospite d’onore della serata del 16 aprile al Teatro Le Serre, con la compagnia Donati & Olesen in “Teatro ridens” e la partecipazione straordinaria di Luisella Tamietto del duo Le Sorelle Suburbe. Martin è stato un vero pioniere per la Torino che ride, ha saputo scommettere e rischiare, intercettando segmenti non ancora “in voga” (per esempio la milonga nella Torino Anni ’90) o producendo artisti, come fu per vent’anni proprio con Donati & Olesen. Una Torino che oggi è ancora viva a Cirko Vertigo.

Io, Sergio Martin, l’ho conosciuto in piazza, al lavoro, come sempre. Da subito ne ho ammirato il garbo, quell’aspetto tutto “stropicciato” e scanzonato, camicia sbottonata e giacca azzurra e un poco lisa, mani ben cacciate in fondo alle tasche, segnale di una timidezza mascherata da quel largo sorriso.

Sorrisi e gioia, appunto.

Sono arrivato a Torino per amore – racconta –. Avevo conosciuto Gianna Franco mentre dirigevo il Teatro Ristori di Verona. Arrivarono lei e tutto il Granserraglio con uno spettacolo sulla Boxe e una serie di personaggi strani. Ma, dopo l’incendio dello Statuto di Torino, mi chiusero il teatro: le commissioni di vigilanza non amavano assumersi responsabilità”. Era il 1983. Seguirono l’esperienza di  Emmecinque e le mostre su Dario Fo ed Eduardo a Milano e Roma. Poi la rinascita del Festival di Chieri – “dove conobbi Natalino Contini, con lui andammo a Stoccolma a presentare la mostra su Fo e Rame, il “teatro dell’occhio”, fu un successo tale che ci piace pensare che sia in parte anche colpa nostra se poi gli assegneranno il premio Nobel” – e infine, con Gianna Franco, l’apertura del teatro Juvarra di Torino nel 1988.

Le scommesse mi hanno sempre stimolato e mi misi al lavoro con Gianna, Richi (l’artista Richi Ferrero, nda) e una parte della banda del Granserraglio. Accogliemmo la stagione del Cabaret Voltaire e di Eduardo Fadini (a cui avevano chiuso la sala di via Cavour, nda). In quell’anno nacque anche mio figlio Giacomo, cadde il muro di Berlino e morì il mio caro amico Marco Lombardo Radice”.

Il Teatro Juvarra fu una novità per quegli anni: sorta al posto della vecchia sala Artigianelli, chiusa dai giorni dello Statuto, venne rimessa a norma con un investimento di oltre due miliardi di lire. “All’inaugurazione invitai Paolo Conte e lui accettò. Andò Luca Baraldo a prenderlo e riportarlo nella sua Asti perché impegnato a cena con l’allora presidente del Consiglio Goria”.

Fare teatro non è semplice, ma le idee buone a volte vincono. “Mi venne in mente di aprire un locale e con l’architetto Eugenio Musso ci facemmo assegnare dall’Opera Pia un’area magazzini attigua al teatro e iniziammo a lavorare per dargli autonomia”. Nacque così il Cafè Procope, in omaggio al primo locale culturale di Parigi, aperto da un siciliano nella metà del 1600. Lo spazio fu una vera fucina di talenti, in piena libertà e autonomia. Si avvicendarono qui rassegne innovative e furono di casa nomi come Furio Di Castri, Igor Sciavolino, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Paolo Ciarchi, Enzo Del Re, Fausto Amodei, Claudio Lolli, nomi internazionali come Odetta John Rembourn e Mal Wandron, fino a I Soggetti e Luciana Littizzetto. “Era uno spazio dove ci si poteva cimentare a fare senza obbligatoriamente riuscirci. Quando sono a Torino, c’è ancora qualcuno che mi ferma e mi ringrazia per quelle serate”.

E oggi? Si può rischiare ancora? “Sono convinto che la crisi possa essere positiva e aiuterà gli onesti e quelli che credono nel lavoro che fanno”.

Dietro a un grande artista, quasi sempre, c’è un buon gruppo di lavoro. E soprattutto, un buon organizzatore di cultura. “Non credo di aver cambiato vite con il mio lavoro, ma forse ne ho salvata qualcuna. Ero con Dario Fo e Franca Rame quando venivano contestati e attaccati da tutte le parti. Ero con Francesco De Gregori quando la sinistra extraparlametare lo rinnegava. Ero con Alan Sorrenti quando gli amici di stampa alternativa lo contestavano a Licola”. Chi è Sergio Martin? Per usare le sue parole, uno che “ama stare con chi non ha voce cercando di potergli passare un megafono”.

Alberto Dellacroce

Sabato 16 APRILE ore 21.00
Donati & Olesen, Teatro Ridens
Omaggio a Sergio Martin
con la partecipazione straordinaria di Luisella Tamietto
Teatro Le Serre, Via Tiziano Lanza, 31 a Grugliasco

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OMAGGIO A SERGIO MARTIN

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Sergio Martin: “Amo stare con chi non ha voce cercando di potergli passare un megafono”

Il protagonista di questa storia è Sergio Martin. Professione organizzatore. Vocazione teatro comico. Sarà lui l’ospite d’onore della serata del 16 aprile al Teatro Le Serre, con la compagnia Donati & Olesen in “Teatro ridens” e la partecipazione straordinaria di Luisella Tamietto del duo Le Sorelle Suburbe. Martin è stato un vero pioniere per la Torino che ride, ha saputo scommettere e rischiare, intercettando segmenti non ancora “in voga” (per esempio la milonga nella Torino Anni ’90) o producendo artisti, come fu per vent’anni proprio con Donati & Olesen. Una Torino che oggi è ancora viva a Cirko Vertigo.

Io, Sergio Martin, l’ho conosciuto in piazza, al lavoro, come sempre. Da subito ne ho ammirato il garbo, quell’aspetto tutto “stropicciato” e scanzonato, camicia sbottonata e giacca azzurra e un poco lisa, mani ben cacciate in fondo alle tasche, segnale di una timidezza mascherata da quel largo sorriso.

Sorrisi e gioia, appunto.

Sono arrivato a Torino per amore – racconta –. Avevo conosciuto Gianna Franco mentre dirigevo il Teatro Ristori di Verona. Arrivarono lei e tutto il Granserraglio con uno spettacolo sulla Boxe e una serie di personaggi strani. Ma, dopo l’incendio dello Statuto di Torino, mi chiusero il teatro: le commissioni di vigilanza non amavano assumersi responsabilità”. Era il 1983. Seguirono l’esperienza di  Emmecinque e le mostre su Dario Fo ed Eduardo a Milano e Roma. Poi la rinascita del Festival di Chieri – “dove conobbi Natalino Contini, con lui andammo a Stoccolma a presentare la mostra su Fo e Rame, il “teatro dell’occhio”, fu un successo tale che ci piace pensare che sia in parte anche colpa nostra se poi gli assegneranno il premio Nobel” – e infine, con Gianna Franco, l’apertura del teatro Juvarra di Torino nel 1988.

Le scommesse mi hanno sempre stimolato e mi misi al lavoro con Gianna, Richi (l’artista Richi Ferrero, nda) e una parte della banda del Granserraglio. Accogliemmo la stagione del Cabaret Voltaire e di Eduardo Fadini (a cui avevano chiuso la sala di via Cavour, nda). In quell’anno nacque anche mio figlio Giacomo, cadde il muro di Berlino e morì il mio caro amico Marco Lombardo Radice”.

Il Teatro Juvarra fu una novità per quegli anni: sorta al posto della vecchia sala Artigianelli, chiusa dai giorni dello Statuto, venne rimessa a norma con un investimento di oltre due miliardi di lire. “All’inaugurazione invitai Paolo Conte e lui accettò. Andò Luca Baraldo a prenderlo e riportarlo nella sua Asti perché impegnato a cena con l’allora presidente del Consiglio Goria”.

Fare teatro non è semplice, ma le idee buone a volte vincono. “Mi venne in mente di aprire un locale e con l’architetto Eugenio Musso ci facemmo assegnare dall’Opera Pia un’area magazzini attigua al teatro e iniziammo a lavorare per dargli autonomia”. Nacque così il Cafè Procope, in omaggio al primo locale culturale di Parigi, aperto da un siciliano nella metà del 1600. Lo spazio fu una vera fucina di talenti, in piena libertà e autonomia. Si avvicendarono qui rassegne innovative e furono di casa nomi come Furio Di Castri, Igor Sciavolino, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Paolo Ciarchi, Enzo Del Re, Fausto Amodei, Claudio Lolli, nomi internazionali come Odetta John Rembourn e Mal Wandron, fino a I Soggetti e Luciana Littizzetto. “Era uno spazio dove ci si poteva cimentare a fare senza obbligatoriamente riuscirci. Quando sono a Torino, c’è ancora qualcuno che mi ferma e mi ringrazia per quelle serate”.

E oggi? Si può rischiare ancora? “Sono convinto che la crisi possa essere positiva e aiuterà gli onesti e quelli che credono nel lavoro che fanno”.

Dietro a un grande artista, quasi sempre, c’è un buon gruppo di lavoro. E soprattutto, un buon organizzatore di cultura. “Non credo di aver cambiato vite con il mio lavoro, ma forse ne ho salvata qualcuna. Ero con Dario Fo e Franca Rame quando venivano contestati e attaccati da tutte le parti. Ero con Francesco De Gregori quando la sinistra extraparlametare lo rinnegava. Ero con Alan Sorrenti quando gli amici di stampa alternativa lo contestavano a Licola”. Chi è Sergio Martin? Per usare le sue parole, uno che “ama stare con chi non ha voce cercando di potergli passare un megafono”.

Alberto Dellacroce

Sabato 16 APRILE ore 21.00
Donati & Olesen, Teatro Ridens
Omaggio a Sergio Martin
con la partecipazione straordinaria di Luisella Tamietto
Teatro Le Serre, Via Tiziano Lanza, 31 a Grugliasco