Enactor

Enactor

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Un duo di danze soliste che esplorano la relazione tra il corpo, la femminilità e la società che cambia rapidamente. È quanto porterà in scena Becca Hoback, artista del movimento, performer, collaboratrice e coreografa freelance con sede a Nashville, Tennessee. Ha dato vita alla Enactor Productions per creare opere che abbiano un focus sulla relazione con il proprio corpo. Ha lavorato con i collaboratori Ana Maria Lucaciu, Ben Green, Roy Assaf e Ariel Freedman per curare il primo programma di Enactor, spettacolo che ha debuttato all’OZ Arts nel giugno 2021. Promuove la consapevolezza fisica, l’empatia e il self empowerment attraverso laboratori di movimento. Il lavoro solista che ha curato e coreografato è stato programmato a livello locale a Nashville e a livello internazionale in festival e residenze in Europa e Medio Oriente. Becca e la Enactor Productions fanno parte della rete TNPresenters. Lo spettacolo Enactor che Becca porta in Italia comprende due atti: Is this good?, della coreografa internazionale Ana Maria Lucaciu, e una rimessa in scena versione di “A Girl”, la versione solista della popolarissima “Girls” di Roy Assaf. Lavori capaci di dare uno sguardo al contempo verso l’esterno e verso l’interno, profondamente personali e accessibili insieme, con un’ inedita inclinazione verso il linguaggio del clown.

 

 

Luogo di residenza

Strutture a disposizione della Casa del Circo Contemporaneo

Periodo di Residenza

Annualità 2024
Durata minima di 14 giorni

Nom’indosso

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Un inedito spettacolo di circo contemporaneo al femminile per il nuovo collettivo Binario Zero, di cui fanno parte quattro giovani artiste, Anna Menini, Matilde Rizza, Yolitzin Ramos Mora e Nicole De Bernardi, che si sono formate presso l’Accademia Cirko Vertigo. In scena le protagoniste vestono i panni delle donne protagoniste delle opere di Giacomo Puccini. Giochi di movimento e tecniche circensi si fondono assieme per esprime la conflittualità, l’eccentricità e il tormento che caratterizzano il mondo Pucciniano e quello di oggi.

 

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Annualità 2024
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Pieta

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Ziya Azazi, danzatore turco, dal 1999 ha reinterpretato la vorticosa danza Sufi in chiave contemporanea, arrivando a dare vita a un vero e proprio stile chiamato Dervish in progress. Assieme a Marion Crampe, artista poliedrica dotata di una eccezionale flessibilità e nota nel mondo della pole dance come “la fata del palo”, ha dato vita a Pieta, uno spettacolo teatrale che fonde le esibizioni aeree e di pole dance di Marion Crampe con la danza sufi di Ziya Azazi. La musica dal vivo è una combinazione di strumenti elettronici, a percussione e ney (strumento a fiato caratteristico soprattutto della musica tradizionale colta della Persia, della Turchia e di altri paesi del Medio Oriente). Le videoproiezioni e i supporti tecnologici contribuiscono a creare un’atmosfera visivamente unica, di alto impatto. Ispirata alla famosa opera di Michelangelo, la Pietà, in cui la Vergine Maria tiene Gesù tra le sue braccia, questa performance fonde uno dei simboli più iconici della cultura occidentale con l’arte scenica moderna.

La “Pietà” rappresenta il flusso della vita e dell’energia universale. Nel corso della storia, tutte le culture hanno affrontato questo tema in modo differente. La messa in scena della “Pietà” offre un’esperienza universale dove persone di diverse culture, generi, nazionalità, lingue e religioni si incontrano su un terreno comune. Il rapporto madre-figlio simboleggia la continuità delle nuove generazioni e la sopravvivenza delle civiltà. Ziya Azazi, che ha lavorato con numerose compagnie di danza a Vienna fra il 1994 e il 2000, nel 1999 è stato nominato Miglior danzatore dell’anno in Austria dal magazine Ballet International.

 

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Annualità 2024
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Scorcio

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Sara Montanaro (Italia) con Scorcio vuole dare vita a una performance di forte impatto visuale, nella quale il pubblico si trova immerso in un ambiente indefinito che si modella e si sviluppa nel corso dello spettacolo stesso. Basandosi sul lavoro del corpo e del movimento, la corda aerea si inserisce come elemento principale e integrante del linguaggio scenico all’interno dello spettacolo. I concetti di nascita e di morte, costruzione e distruzione, sono i fili conduttori della performance. La tematica di fondo, che ha segnato il sud Italia profondamente, è quella dell’Ilva, azienda impegnata nella produzione di acciaio, il cui complesso principale si trova in Puglia, a Taranto. Aria, acqua e suolo dell’intera zona sono ormai contaminati e compromessi da decenni.

Produzione e direzione Sara Montanaro
Supporto direzione artistica Jorge Lix, Sandra Salome
Supporto coreografico Cristina Pereira
Performer Sara Montanaro
Direzione tecnica, suono/luci Jorge Lix
Design luci Luis Caravalho, Jorge Lix
Musica Daniele Ippolito
Scenografia Sara Montanaro
Costumi: Antonietta Console
Fotografia/Video Kine-Visuals, Ashley Georgiou
Visione esterna Jorge Lix, Sandra Salome
Collaboratori tecnici Luiza Adjuto, Fernando Nogueira, Hugo Zanardi

 

 

 

 

 

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Annualità 2024
Durata minima di 14 giorni

About ROUND

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LanciArte, giovane compagnia di circo contemporaneo nata nel 2021, con About ROUND (titolo provvisorio) presenta un progetto di giocoleria somatica, tra performance e installazione. Christopher Patfield (Scozia, UK), ideatore e interprete dello spettacolo, vuole portare in scena una celebrazione trionfale della sfera, della gravità, delle orbite, delle spirali e di tutto ciò che è rotondo e curvo. Utilizzando una sottile poesia, il movimento e una tecnica di giocoleria di altissimo livello, l’artista porterà gli spettatori in un mondo di forze fisiche, sculture rotanti e incredibili equilibri. L’obiettivo è presentare in modo accessibile, leggero e divertente i temi dell’energia, quali la sua conservazione e il suo utilizzo e soprattutto il concetto che sia rinnovabile. Le forze fisiche che ci circondano e che governano il mondo nel quale viviamo sono sperimentate dal pubblico attraverso il gioco e l’intuizione.

Scrittura, ideazione, coreografia Christopher Patfield
Interprete Christopher Patfield
Produzione Lanciarte APS
Possibile occhio esterno Jean Daniel Fricker, Piergiorgio Milano, Benjamin Richter, Mikel Ayala

 

 

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Pericolo di caduta

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Las Arigatas, collettivo costituito da Marta Alba (Italia), Danaé Basurto (Messico) e Yolitzin Ramos (Messico) con Pericolo di caduta rivisita con il linguaggio circense la conclusione de Il lago dei cigni partendo dalla domanda: E se il cigno bianco e il cigno nero fossero saltati insieme nel lago?.

Ci siamo concentrate sull’analisi degli archetipi dei quattro personaggi dell’opera (Odette – cigno bianco, il Principe, Odil – cigno nero e lo Stregone), per poi interrogarci sul modo in cui fronteggiamo la vertigine e il pericolo di cadere, elementi inscindibili dalle discipline aeree, ai quali si può rispondere con la prodezza del gesto acrobatico e l´affermazione di sé contro le paure che ci trattengono al suolo”, spiegano le artiste. Il vissuto di ciascuna di loro, con i suoi contrasti di luce e oscurità, rappresenta l’oggetto della ricerca. Pericolo di caduta è la creazione scenica di tre giovani artiste circensi che, sentendosi riflesse l’una nell’altra, usano il loro corpo per raccontare al pubblico la loro esperienza intima di ricerca di identità come esseri umani, attraverso l’appropriazione di alcuni archetipi del mondo classico del palcoscenico.

 

 

 

 

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Durata minima di 14 giorni

Blackhole / White hole

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Compagnia Kamayama, costituita da Linda Vellar (Italia) e Miguinti Mandala (Spagna), con Blackhole / White hole intende lavorare su un progetto artistico che indaga il concetto del “limen”: la soglia, il confine, il rituale di passaggio. La transizione fisica, ma anche psicologica, tra un “prima” certo e sicuro ed un “dopo” oscuro e sconosciuto. Un black hole o buco nero è una regione dello spazio-tempo dove la gravitá è così forte che niente, inclusa la luce e le onde elettromagnetiche, ha abbastanza energia per fuoriuscirne. Un white hole o buco bianco, invece, è una teorica regione dello spazio-tempo dove nulla può entrare però materia, luce e informazioni possono uscire, generando vari universi paralleli. Alcuni tra i fisici quantistici più rinomati della nostra epoca suggeriscono che uno sia la continuazione dell’altro.

La Compagnia Kamayama indaga una linea artistica liminale che dal movimento acrobatico, dal clown e dalla manipolazione d’oggetti del circo contemporaneo si sviluppa verso l’incontro con la danza Butoh e la rottura dei paradigmi classici di scrittura e dell’uso dello spazio scenico del teatro. blackhole/whitehole è quindi un ibrido teatrale, dove due universi espressivi vengono intrecciati insieme da un codice artistico comune con cui si arricchisce e si sviluppa il trait d’union dei due caratteri in scena. “Ci focalizziamo sulle metafore usando i dettagli della vita quotidiana come una lampada, uno specchio, una poesia d’amore… e poi ri-modelliamo, decostruiamo e trasformiamo noi stessi gli scenari, le routine”, spiegano gli artisti. Le tecniche utilizzate sono: manipolazione di hula hoop e sfere, acrobatica, verticali, multi-hooping, clown, danza butoh, teatro di figura.

Idea e interpretazione Linda Vellar e Miguinti Mandala
Occhi esterni Miguinti Mandala, Inda Pereda
Produzione Compagnia Kamayama
Consulenza maschera Michela Kauffman
Consulenza vocale Chiara Dell’Oro

Supporto alla creazione
Cronopis – Espai de Circ (CAT)
Cirko de Mente (MEX)
Centre Civic La Cadena (CAT)
La Lleialtat Santsenca (CAT)
Centre Cultural Can Clariana (CAT)
Teatre Nu (CAT)

 

 

 

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Chochma

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Hannah Finn (Regno Unito) è la protagonista di Chochma, uno spettacolo di ricordi ispirato al circo in grado di fondere contorsioni, breakdance, recitazione, teatro fisico, danza contemporanea e proiezione digitale.

Chochma in ebraico significa saggezza. Lo spettacolo di Hannah Finn è un solo autobiografico nel quale la protagonista attinge alle sue più personali esperienze di vita e nel quale affronta i temi della disabilità, dell’antisemitismo e del femminismo. In scena si fa riferimento a due episodi in particolare: l’intuizione e la saggezza della bisnonna di Hannah Finn, che fuggì dalla Polonia poco prima dell’Olocausto, e la decisione della madre dell’artista di allontanarsi dalla relazione violenta con il padre. Ogni storia è raccontata con una distinta qualità di movimento e si intreccia all’archetipo della donna selvaggia e indomita che si ritrova nel libro Donne che corrono con i lupi di Clarissa Pinkola Estes.

 

Performance Hannah Finn
Regia Firenza Guidi
Produzione Sascha Goslin e Thea Woodrow
Musiche originali JJ Lyon

 

 

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Precisely Lost

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Cie Faisca, costituita da Aapo Honkanen (Finlandia) e Daniele Ippolito (Italia), con Precisely Lost lavorerà sul concetto di costruzione e decostruzione, un mix di circo, danza, teatro fisico e installazioni utilizzando le discipline della ruota cyr e della scala libera. Due artisti si ritrovano in scena, dunque, con due discipline simili per materiale ma opposte per forma e modalità d’uso, che le portano anche ad avere diverse specificità corporee e creative. La ruota cyr porta a movimenti continui e morbidi, la scala libera ha una tecnica molto più nervosa e movimenti verticali. I due circensi tentano di combinare queste due tecniche, facendosi influenzare l’uno dall’altro, creando un mix di stili, scambiandosi, smontando gli elementi e ricomponendoli per ricreare linee continue, visivamente e interiormente. “Pensiamo alla nostra arte come a un’espansione di noi stessi, sia fisica che di arti aggiuntivi, ma anche di intelletto e di idee. In questa creazione vogliamo sperimentare come due personalità possano incrociarsi, dare vita a qualcosa di nuovo e unico, morbido ma anche pungente, una riscoperta di energia che porta a un incontro, a una nuova amicizia”, spiegano Aapo e Daniele.

 

 

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Tira – Secondo studio

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Maria Celeste Funghi (Italia) e Carla Carnerero Huertas (Spagna) daranno vita al progetto intitolato Tira – Secondo studio, creazione che esplora l’incontro tra due persone apparentemente simili, ma interiormente molto diverse. Attraverso movimenti coreografici e interazioni con le corde, le artiste si propongono di svelare i complessi fili che intessono la natura umana, con le sue assurde contraddizioni, incomprensioni e, a volte, ilarità. Tira vuole essere uno spettacolo che invita alla riflessione, alla connessione emotiva e alla celebrazione della nostra comune umanità. “In un attimo la corda si muove e crea una figura, lascia un segno e poi se ne va – spiegano Carla e Maria Celeste -. La nostra ricerca ha come soggetto la corda: corda liscia, corda di diabolo e vari tipi di corde differenti in lunghezza e spessore”. La regia dello spettacolo è affidata a Morgan Cosquer con la produzione di La Barque Acide.

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