Le Spose (2006)

Le Spose è uno spettacolo interattivo presentato come debutto assoluto nell’edizione 2006 del Festival “Mer­cantia” di Certaldo dove è stato considerato uno degli eventi più riusciti dell’intero cartellone, al punto da essere stato riproposto (con diverse variazioni) anche nell’edi­zione 2007. A portarlo in scena, tra gli spettatori, 12 artisti di specialità diverse: dalla recitazione alla giocoleria, dall’equilibrismo sul filo, al fachirismo. Una performance imperdibile di grande impatto sul pubblico.

“È arrivato, è lui!”

“Viva gli sposi!”

Esplosione della marcia nuziale che ti avvolge, con calore.

Un benvenuto insolito colpisce gli spettatori ignari: un matrimonio si celebra attorno a loro, organizzato non dalla locale parrocchia, bensì dalla Scuola di Cirko “Vertigo”.

Occhi sbalorditi e increduli, corpi sballottati, smarriti, bocche che chiedono inevita­bilmente

“Ma che succede?”.

Il promesso sposo, tanto atteso, è uno dei mille volti del “pubblico”, tra tanti altri travolto.

Suoni, luci, colori e immagini scompigliano con violenza la sua tranquilla passeg­giata.

Un’altra dimensione? Una candid camera?

Potrebbe sembrare semplicemente uno scherzo, ma questi scatenati fanno proprio sul serio.

La sposa, bellissima e ovviamente in bianco, ti abbraccia urlando, con una felicità così vera che tua moglie ti fulmina con un’occhiataccia.

I suoi bizzarri fratelli, entusiasti, suonano e creano il tuo percorso verso l’altare gio­cando con bouquet che volano sopra la tua testa.

Le sorelle, anche loro alla ricerca di un pretendente tra i presenti, festeggiano dan­zando sulle tele o in equilibrio instabile sul filo, creando poesia e movimento sopra e intorno all’altrimenti anonima funicolare.

E ancora una galleria di personaggi surreali, la mamma, il sacerdote appeso a un palazzo vicino, un nonnino francese geloso e una donna in nero che grida “Non spo­satevi, è un inganno!”.

Follia vociante. Immagini autentiche. Flash d’altrove.

Verranno coinvolte ancora persone e persone per festeggiare insieme, tutta notte, respirando questa gioia che ti esplode furiosamente dentro, che ti coglie all’improv­viso e di cui fai parte.

Uno spettacolo?

No, perché le performance visive si alternano all’indispensabile interazione del pub­blico.

Qui lo vivi, lo spettacolo.

Ti viene a prendere, ti accompagna, irrompe. Senza preavviso. Senza limiti.

Prima shock, poi gioia e allegria, con la voglia di gridare, anche tu , forte, “Viva gli sposi!”, lanciando manciate di riso verso il cielo stellato.

Questa energia ti rimarrà addosso con la sua semplicità, impressa.

Potrai dire di esserti sposato, una sera, per gioco, per finta, per ridere.

Lasciarsi invadere, per scoprirsi protagonista, per “vivere”, per “essere”, in una folle festa di folclore tzigano che, anche dopo aver lasciato il luogo di spettacolo, sarà ancora capace di rubarti un sorriso.